1 Preparazione del supporto
Per prima cosa occorre aver cura nel preparare correttamente il supporto in quanto la qualità della parete influisce sul comportamento dell’intonaco. Eventuali difetti possono portare a perdite di aderenza e distacchi di intere superfici:
È il caso di un supporto non bagnato preliminarmente, che porta ad un assorbimento dell’acqua di impasto dell’intonaco e conseguente essiccamento superficiale dello stesso. Più raramente tale essiccamento può coinvolgere l’intero spessore dell’intonaco, rendendolo molto più friabile ed inconsistente (“bruciamento” dell’intonaco).
Anche in caso di pareti in calcestruzzo troppo lisce è necessario preliminarmente utilizzare uno strato di primer per favorire il successivo aggancio meccanico dell’intonaco;
Può infine esserci il caso di murature vecchie nelle quali rimangono tracce di gesso, pittura, polvere.
2 Isolamento alla base
Il muro dovrà essere adeguatamente isolato alla base, per evitare successivo assorbimento di acqua in risalita capillare, attraverso fasce di guaina impermeabile; assicurarsi inoltre che i marciapiedi antistanti dispongano di adeguata pendenza verso l’esterno.
3 Operazioni per supporti nuovi
In caso di supporti nuovi, sarà sufficiente pulire la superficie con una spazzola, al fine di eliminare eventuali efflorescenze saline. Successivamente occorrerà bagnare il supporto, soprattutto in caso di tempo caldo e secco.
4 Operazioni per supporti vecchi
In caso di supporti vecchi occorre verificare assenza di umidità di risalita e sali, oltre ad eventuali incompatibilità (il gesso, in caso di presenza di calce, và eliminato completamente). A seguito di rimozione dell’intonaco ammalorato occorre effettuare un idrolavaggio a bassa pressione per eliminare le parti friabili e i sali presenti nel supporto. In seguito bagnare abbondantemente la superficie e lasciare che venga totalmente assorbita. Per la ricostruzione di parti di muro deteriorate e ammalorate si utilizzerà la malta di calce utilizzata per gli intonaci, evitando dunque l’utilizzo di prodotti cementizi che il più delle volte presentano impurità nelle materie prime e comportano patologie, come ad esempio lo sviluppo di sali. Eventuali irregolarità di continuità (dislivelli, cavità, attraversamenti di tubazioni) dovranno preliminarmente essere bonificate con la malta prima descritta.
5 Preparazione dei materiali
Si procede alla miscelazione dei materiali in betoniera, al fine di ottenere un impasto dalla plastico (tale da rimanere attaccato ad una cazzuola rovesciata). Occorre anzitutto non abbondare con la quantità di grassello, per evitare il fenomeno delle “ragnatele”, cioè delle fessure nell’intonaco dovute al ritiro in una malta eccessivamente grassa; anche la corretta quantità di sabbia risulta determinante nell’attenuazione del ritiro della malta a seguito dell’evaporazione dell’acqua e della contrazione volumica generata dalla carbonatazione.
6 Rinzaffo
Bagnare preliminarmente il supporto fino ad assorbimento e applicare in seguito con la cazzuola una prima mano di malta, per circa 5 mm di spessore, evitando di lisciarlo. Prima di procedere alle successive mani attendere la completa essiccazione del prodotto (poche ore durante la stagione estiva, poco più di un giorno in caso di clima più freddo e umido), soprattutto se in presenza di malta di calce.
In caso di adiacenza tra materiali differenti (ad esempio architravi, canne fumarie, elementi strutturali, solette, spigoli di porte e finestre) è opportuno annegare una rete in fibra di vetro alcali-resistente a maglia quadrata di circa 160 gr/mq sulla superficie dell’intonaco, opportunamente estesa di circa 20 cm per lato rispetto alla zona di discontinuità, così da evitare successive fessurazioni.
Sulla superficie rinzaffata predisporre opportunamente in bolla le fasce di spessore e i paraspigoli in acciaio inossidabile.
7 Arriccio
Dopo aver bagnato a rifiuto lo strato appena applicato, si passa successivamente alla formazione del “corpo” dell’intonaco, l’arriccio, per circa 1,5 cm di spessore, solitamente in due mani (eventualmente si può procedere a spessori maggiori, da eseguire in più mani, ciascuna relativa a non più di 2 cm, avendo cura di attendere la perfetta maturazione dello strato precedente e la successiva bagnatura prima dell’applicazione del nuovo strato; è opportuno irruvidire la superficie con un frattazzo tra uno strato e l’altro, per assicurare un maggiore aggrappo, e utilizzare inoltre una rete in fibra di vetro).
A seguito dell’applicazione delle due mani è necessario attendere alcuni giorni prima dello strato di stabilitura, in modo da far maturare del tutto l’intonaco già applicato, con conseguente contrazione del volume per via dell’evaporazione dell’acqua; per evitare un eccesso di quest’ultimo fenomeno è opportuno bagnare la superficie una volta al giorno per i primi 3 giorni, eliminando il rischio di perdita di consistenza; eventuali cavillature presenti in questa fase scompariranno con la stabilitura.
8 Stabilitura
Prima di applicare la stabilitura ricordarsi di bagnare adeguatamente la superficie.
Lo spessore previsto in questa fase non supera i 3 mm, in due mani, con l’ausilio di un frattazzo metallico e successiva rifinitura con frattazzo di spugna, legno o metallico al fine di ottenere una superficie rispettivamente bucciata, striata o liscia. Anche in questo strato appare opportuno annegare una rete in fibra di vetro alcali-resistente, per un miglior controllo antifessurativo e una maggior resistenza agli accadimenti meccanici-atmosferici.
In seguito possono essere applicati ulteriori strati di pittura, velatura, stucco, ecc. (in questo caso è opportuno trattare lo strato di stabilitura con un frattazzo di legno per assicurare un maggior aggrappo agli strati successivi).