Tutti ormai conosciamo le potenzialità offerte da un materiale come il cemento, soprattutto in termini solidità, impermeabilità, resistenza strutturale e requisiti antincendio, ma solo negli ultimi anni si stanno sempre più evidenziando le sue criticità dal punto di vista termoacustico, o per problematiche legate alla carbonatazione, all’attacco delle piogge acide, all’insufficiente traspirazione del materiale, con conseguente formazione di muffe e condense, e ad altre patologie innescate per lo più dalle condizioni atmosferiche oltre che dalla frequente commercializzazione di cementi di bassa qualità.

Di contro l’utilizzo di materiali naturali e biosostenibili garantisce un miglioramento del comfort termoacustico, con relativa riduzione dei consumi energetici e delle spese di gestione degli impianti, l’assenza di sostanze nocive nella composizione della materia prima e la migliore traspirazione degli ambienti, tale da eliminare il rischio-muffe, aumentando la salubrità interna. Inoltre, anche in termini di solidità strutturale e resistenza sismica, prodotti come il legno garantiscono requisiti ottimali. Tali vantaggi spesso si ripercuotono su un leggero sovraccosto iniziale, ma con garanzia di recupero delle spese negli anni successivi, attraverso un consistente risparmio nei costi di gestione (facendo riferimento ad esempio alle bollette per riscaldamento).

Alla luce delle recenti normative che porteranno nei prossimi anni ad un sempre maggiore utilizzo di prodotti tali da garantire maggior risparmio energetico e miglioramento del comfort interno

quanto pensate sia ancora conveniente investire in soluzioni che prediligono l’eccessivo uso del cemento armato?

Qual’è la vostra opinione sui materiali naturali, anche in rapporto al sovraccosto iniziale?